martedì 16 ottobre 2012

UK …in poche righe

Le note dei Keane, i colori di Atkinson Grimshaw, cieli di piombo che non danno tristezza, ma ti si piantano nel cuore e non se ne vanno più. Queste sono l’Inghilterra e la Scozia. Queste sono le terre che con il nostro viaggio di nozze non sono state più un sogno. 1200 km di meraviglie, da Londra a Inverness. Naturalmente in auto, con la tensione di guidare per luoghi sconosciuti e, soprattutto, dall’altra parte della strada… Ma che importa? Ciò che vedi ti fa dimenticare tutto! Volano, i primi tre giorni nella capitale del Regno Unito. Cielo blu e trenta gradi. Più che seguire mappe e cartine, quello che vogliamo è perderci per le vie, le piazze, godendo l’atmosfera di una città straniera. Otto milioni di abitanti si sentono, ma altrettanto la bellezza di edifici e vecchi pub, negozi improbabili e unici. Imperdibile il British Museum. Gratuito! Ma imperdibile ogni cosa, via: dalle case operaie in mattoni rossi ai palazzi della borghesia del XIX secolo. Echi di Storia emergono ovunque e regnano sovrani. Per fortuna. Si parte alla volta del sud-ovest; destinazione Salisbury. Le cittadine della Gran Bretagna sono così dignitose e curate da far impallidire il nostro pur Bel Paese; potresti chiudere gli occhi e fotografare dove ti capita, il risultato sarebbe comunque garantito. E questo è quello che cerchiamo e apprezziamo dei luoghi britannici: non il tal luogo segnalato dalla guida e mantenuto bene per i turisti, ma la cura pressoché uniforme che avvolge ogni pietra, ogni lampione o insegna, dalla nota località al villaggio sperduto. L’itinerario prosegue per Stonehenge, quindi Earlstock, minuscolo abitato rurale da “An American Werewolf in London”, con tanto di pub dalle travi annerite e casette a graticcio. Ah, dimenticavo le colazioni: naturalmente a base di bacon, uova, burro e marmellate fatti in casa, ma anche funghi, salcicce e altro ancora… per scelta soggiorniamo in Guest Houses, posti molto simili ai Gîtes de France. Il viaggio continua in direzione Bath, località termale nota sin dall’antichità; nello splendido centro si ergono rovine e colonnati del fu impero romano. La tinta ocra della pietra con cui sono costruiti gli edifici ci accompagna per tutto il tempo, così come bovindi e finestre a riquadri bianchi. Ci spostiamo questa volta più a est, tornando verso il centro del Paese, nel cuore agreste di quelli che sono i luoghi che più abbiamo amato: i Cotswolds. Un autentico mondo a parte. I Cotswolds sono una serie di villaggi situati in una regione collinare verdissima, dove nel XIV secolo si commerciava la lana. Se si vuole avere un’idea dell’Inghilterra nella sua antica anima rurale, non vi è luogo migliore. Bibury, Burford, Castle-Combe, Snowshill – solo per citarne alcuni – lasciano senza parole. Stavo per cominciare a descriverli, ma – come si dice – un’immagine vale più di mille parole…
E ora, destinazione Scozia! Un bel viaggetto, non c’è che dire… da Nottingham a Carlisle sono più di settecento km. Verso il distretto dei laghi cominciano a campeggiare in autostrada grosse indicazioni con scritto “The North”. Si attraversano ancora brughiere e colline solcate dagli antichi enclosures, delimitazioni medievali in pietra a secco a perdita d’occhio. E alla fine il nord lo è per davvero. La strada si trova a tagliare le immense, infinite distese delle Highlands. Colline brumose, interminabili, di un verde mai visto prima e – no, non è un’esagerazione – che ti toglie il fiato. Si spegne il motore dell’auto, si scende in un silenzio rotto solo dal suono dal suono di una cornamusa che si perde nell’aria fredda.
Mallaigh con il suo oceano cupo nel tardo pomeriggio, Inverness con il mercato vittoriano coperto, le quiete strade di Perth, le scogliere senza tempo e le rovine di silenziosi manieri. Assolutamente da vedere il Tantallon Castle, a picco sull’oceano, con stormi di gabbiani che attraversano il cielo. Incantevole! E non si può non provare il piatto tipico scozzese, l’Haggis, interiora cotte nello stomaco di pecora (disgustoso a dirsi, squisito a mangiarsi). Infine, Edimburgh. Dovessero domandarci cosa abbiamo preferito fra Londra ed Edimburgo, il posto d’onore spetterebbe senza dubbio a quest’ultima. Spettacolare sotto tutti i punti di vista, dall’arteria centrale, la Royal Mile, fino alle traverse più solitarie e deliziose. Da non perdere una discesa nella Edimburgo sotterranea, visitando il Mary King’s Close, testimonianza dell’antica città popolare. Per questa ultima meta ci siamo concessi il George Hotel; magnifico. I giorni sono passati troppo infretta, ma rimasti nel cuore. Ritornare è dura! Dopo i Cotswolds e le Highlands, niente sembra più come prima. E allora ti dici: che ci faccio a Desio? Testo e fotografie di Michele Ranzani