lunedì 8 marzo 2010

Kitsch

Nel regno del kitsch impera la dittatura del cuore.
I sentimenti suscitati dal kitsch devono essere, ovviamente, tali da poter essere condivisi da una grande quantità di persone.
Per questo il kitsch non può dipendere da una situazione insolita, ma è collegato alle immagini fondamentali che le persone hanno inculcate nelle memoria:
la figlia ingrata, il padre abbandonato, i bambini che corrono sul prato, la patria tradita, il ricordo del primo amore.
Il kitsch fa spuntare, una dietro l'altra, due lacrime di commozione.
La prima lacrima dice:
come sono belli i bambini che corrono sul prato!
La seconda lacrima dice:
com'è bello essere commossi insieme a tutta l'umanità alla vista dei bambini che corrono sul prato.

[...] Il vero antagonista del kitsch totalitario è l'uomo che pone delle domande. Una domanda è come un coltello che squarcia la tela di un fondale dipinto per permetterci di dare un'occhiata a ciò che si nasconde dietro.

(Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere, 1984)

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