lunedì 1 marzo 2010

Parole e Fauni

"Lord Henry continuò a giocare con quell'idea, ostinatamente: la scagliò in aria, la trasfigurò, la lasciò fuggire per poi riprenderla; usò la fantasia per darle colore, il paradosso per farla librare in alto. Man mano che parlava l'elogio della dissennatezza divenne pensiero. La filosofia stessa si fece giovane: parve quasi di vederla, con le vesti macchiate di vino e la corona di edera, seguire la musica sfrenata del Piacere e danzare come una Baccante sulle colline della vita, prendendosi gioco della lentezza di un sobrio Sileno."

Estratto da Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, rappresenta per me uno di quei 'momenti' in cui le parole si fanno pittura, concetto che prendo in prestito dal motto oraziano Ut pictura poesis...citazione poco originale se fatta da una storica dell'arte, ma sempre efficace!


E, a proposito di sileni, vi mostro il mio preferito:







Conosciuto con il nome di Fauno Barberini, questo satiro ebbro e dormiente è stato proprietà del cardinale Francesco Barberini, come risulta dal registro dei suoi possedimenti.
Secondo alcuni studiosi si tratta di un marmo ellenistico, secondo altri di una copia. Si possono riconoscere gli attributi tipici del satiro: orecchie appuntite, pelle di pantera, coda, corona d'edera...e, vista la seduta, non è necessario l'alcool test per capire che è ubriaco!
Oggi si trova alla Glyptothek di Monaco... questo è uno dei tanti motivi per cui voglio andare in terra bavarese!!

Si accettano adesioni e programmi per la prossima gita fuori porta!

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