giovedì 20 maggio 2010

Diario dal Sol Levante n°3

4 Maggio

La giornata parte con certi propositi ma termina con altri, infatti la tentazione di andare a visitare Akihabara, la terra santa degli otaku, è troppo forte.
Sapevo che avrei trovato molta, ma molta gente. Sapevo che ad Akihabara ci sono sì un'infinità di negozi anche bizzarri, ma quello che non sapevo è che sono per lo più sviluppati in altezza che in larghezza, il che significa salire e scendere per migliaia di gradini su rampe assai piccine in compagnia di metà Giappone...mmh forse ho esagerato, ma passare 7 ore in quella situazione non è stato proprio piacevole.
Infatti non ho comprato nulla.
Non volendo però liquidare il quartiere di Akihabara a causa della mia impazienza, mi sono imposto di tornarci con un indigeno che sappia districarmi in quella giungla di venditori strillanti, luci, suoni, odori (soprattutto al quinto piano di un negozio di manga ed anime dove non andava l'aria condizionata) tecnologia, fumetti e feticci sessuali che ha il nome di Akihabara.

Vanno comunque citate le vagonate di materiale pornografico più o meno esplicito, anche se sarebbe più corretto dire estremamente o meno estremamente esplicito.
Le code per acquistare cuscini con sopra le eroine di anime mai visti prima, i giganteschi negozi "sei nà SEGA" ed i locali specializzati nella vendita di abiti per cosplay, molti dei quali estremamente mao.
Comunque sebbene la maggior parte dei negozi divida la mercanzia per piani, regna un certo caos o forse sono solo io un po' spaesato.
Stremato da tanto degenero ho deciso di consumare il mio pasto sfruttando i prodotti di un supermercato ben fornito dove mi sono nutrito con 3 onigiri (molto buoni), 2 robe non ancora identificate (assai vomitevoli) ed un litro di Ashai. Il tutto è stato consumato sul marciapiede davanti al supermercato in compagnia di un ragazzo di Taiwan, in preda ad una crisi allergica mostruosa, che prima di andarsene mi ha condotto fino ad un locale dove, a suo dire, fanno un ottimo ramen (che proverò la prossima volta).
La sera a casa Shimada, raggiunta solo grazie all'aiuto di una passante, ho dato il solito abominevole spettacolo di voracità, questa volta a causa di un ottimo riso al churry e sono letteralmente entrato in letargo verso le 21.30.

Mattia

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